Antonino Greco
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Sant’Agata de goti cittadina intrinseca di storia dove puoi ammirare tante chiese e luoghi storici.
Il toponimo Sant'Agata de' Goti si forma in differenti periodi storici. Nel corso dell'VIII secolo infatti la città longobarda fu intitolata alla santa catanese probabilmente per volontà di Radoaldo e Grimoaldo, fratelli educati alla corte di Arechi I di Benevento, che abitarono nella gastaldia di Sant'Agata, inclusa nella Contea di Capua, e contribuirono qui alla fondazione della chiesa di S. Agata de Amarenis, detta Sant'Agatella, oggi distrutta, in segno di devozione alla martire, dopo la conversione religiosa dal cristianesimo ariano a quello cattolico[7] La seconda parte del toponimo si aggiunge in epoca normanna, con l'avvento dei feudatari della famiglia Drengot dopo il 1117: come è noto, Rainulfo Drengot conte di Sant'Agata apparteneva alla cerchia dei “Potentes” con facoltà speciali e potere decisionale autonomo tra i quali quello di dare il suo nome alla fortezza. Ma col tempo il cognome Drengot sia in Francia che in Italia prese ad essere pronunciato diversamente fino a mutare all'epoca degli Angiò in De-Goth. A seguito dell'estinzione di eredi legittimi De-Goth dopo il 1140, il feudo santagatese passò ad altre famiglie conservando il nome normanno poiché l'usanza di dare il proprio nome ai propri possedimenti non esisteva più.
Il feudo continuò a chiamarsi "Sant'Agata De-Goth" anche per gli Svevi fino alla morte di Manfredi. Giunto dalla Francia Carlo I d'Angiò, nel 1266, egli si appropriò del feudo santagatese affidandolo a Bertrando di Artois (Rainone), suo primo Consigliere, sposato una prima volta con Luisa Marra e una seconda con Guglielma Cantelmo, cameriera della regina Sancha, dalla quale ebbe il figlio Carlo, in realtà figlio naturale di Roberto d'Angiò Secondo alcuni studiosi esisterebbero fonti storiche, mai pubblicate o citate in alcun testo, secondo le quali fu Roberto d'Angiò a trasferire la proprietà del feudo a un ramo dei De-Goth provenienti da Aquitania e Guascogna venute in sud Italia in occasione della guerra a seguito del re; potrebbe essersi trattato di parenti del papa Clemente V, al secolo Bertrand De Goth, nominato nel 1312, terzo di dodici figli nati dal matrimonio fra Ida de Blanqueforte e Béraud De Goth, signore di Villandraut, Grayan, Livran e Uzeste. Un altro ramo della famiglia è riconducibile ai Conti di Armagnac: Giovanni I, morto nel 1376, si era sposato infatti con Reine De Goth di Lomagne, abitando sempre in Guascogna, regione annessa alle terre di Aquitania, al confine con la Spagna.[10]
Fu certamente Carlo D'Artois a ereditare il titolo di Conte di Sant'Agata “De-Goth" (o "Dei Gothi" al plurale, riferendosi a un nucleo familiare) nel 1343 divenendo poi Conte di Monteodorisio, in Abruzzo, sposando la contessa Giovanna di Scotto. Gli Artus detennero il feudo fino alla decapitazione dell'ultimo erede della famiglia, avvenuta nel 1401[11] Quando la regina Giovanna II d'Angiò, all'inizio del Quattrocento, assegnerà il feudo santagatese alla nobile famiglia De la Rath, di origine catalana, resterà comunque la denominazione "Sant'Agata De Gothi" ; secoli dopo l'avvento degli Angioini, chi trascrisse, pronuncio' o ascolto' la dicitura "Feudo di Sant'Agata De' Gothi", non immaginò un cognome di una famiglia d'origine francese, ma superficialmente, suggestionato da alcuni aspetti architettonici e storici, intese senz'altro "Sant'Agata fondata dai Goti" intesi come popolo di origine germanica invasori dell'Impero Romano (chiamati Goth appunto in inglese e francese) in considerazione della loro presenza nel Sannio; ma mentre le tesi esposte sono dimostrabili dalle tracce normanne lasciate nella città, quella relativa a una fondazione o a un passaggio da parte dei Goti è a tutt'oggi non dimostrabile concretamente.